Perle d’imitazione

Tanti nomi, un solo aggettivo: false

Mentre le perle naturali sono interamente prodotte da un’ostrica in un lungo e fisiologico processo che dura mesi o anni, le perle false, dette anche perle d’imitazione, sono oggetti completamente prodotti dall’uomo e sono realizzati in serie a livello industriale in differenti punti del globo, dalla Spagna alla Turchia, dalla Francia alla Russia, e con i materiali più diversi, dalla plastica al vetro, fino alla porcellana o all’alabastro, senza l’impiego di molluschi. A volte vengono ricoperte da uno strato di sostanza madreperlacea di origine animale, ma ciò non le rende perle autentiche e la loro qualità resta notevolmente inferiore.

Dalle perle Majorca alle perle di Parigi, l’inganno dei nomi esotici

Saper distinguere un gioiello realizzato con perle false da un monile fatto di perle naturali è molto importante quando si desidera possedere o regalare un prezioso fatto con queste gemme naturali. Il primo passo è non farsi ingannare dai nomi esotici attribuiti a molte perle d’imitazione. Ecco le più comuni:

1. Perle Majorca

Le “perle Majorca”, dette anche “perle Orquidea” sono prodotti di artigianato tipici delle Isole Baleari. Possono essere realizzate in vetro opalescente, plastica o porcellana e la loro lavorazione prevede bagni chimici in acetato di cellulosa e nitrato di cellulosa, che ne favorisce l’indurimento, e l’essiccazione con irradiazione di ultravioletti. La lavorazione molto accurata delle perle Majorca, permette di realizzare bigiotteria di ottima qualità, dalla superficie vellutata e iridescente, capace di avere notevole somiglianza con le perle autentiche, anche se il loro valore e la loro qualità non sono minimamente paragonabili alle perle naturali di coltivazione.

2. Perle di Vasca

Le “perle di Vasca” sono sferette di madreperla ricoperte da pellicole iridescenti di nylon, immerse in molteplici bagni di vernice a base di sostanze plastiche miscelate con carbonato di piombo, ossido di titanio o mica (la loro resa estetica, infatti, è direttamente proporzionale al numero di bagni a cui vengono sottoposte). Si tratta delle perle d’imitazione di invenzione più recente e certamente le più economiche sul mercato e per questo diffuse in tutto il mondo con nomi differenti: potrai trovarne con il nome di perle di Vasca ma anche “perle Angelo”, “perle Sheba”, “perle Mikomo”, “perle Takara”, “perle Kobe”, “perle Nikko”, “perle Sumo”, “perle Fijii”, “perle Aloha” e anche con l’ancora più ingannevole epiteto di “perle di coltura migliorate”.

3. Perle Parigi

Le “perle Parigi”, conosciute anche come “perle francesi” sono perle d’imitazione realizzate in vetro soffiato, rivestite internamente con essenza d’Oriente e successivamente riempite di cera. La loro origine risale al Seicento, in Francia, ad opera di Jacquin, inventore dell’essenza d’Oriente – una sospensione di guanina (piccoli cristalli luminosi ricavati dal rivestimento delle squame di pesce con un detergente acquoso) inserita in un liquido organico come il nitrato di cellulosa – utilizzata per ricoprire le sfere di vetro soffiato riempite di cera, per dare loro un effetto ottico gradevole. Anche se le perle Parigi sono perle d’imitazione dalla buona resa estetica, la loro resistenza, bellezza e qualità, non ha nulla a che vedere con le perle vere di coltivazione.

4. Perle Venezia

Le “perle Venezia” o “perle veneziane” sono perle d’imitazione realizzare in vetro soffiato riempite di cera e arricchite, in superficie, con sostanze madreperlacee in fase di fusione. La loro origine risale al Trecento, ad opera dei maestri vetrai veneziani, oggi come ieri, noti e ammirati in tutto il mondo. Anche ora, sono i maestri vetrai veneziani a realizzare le “perle Venezia” di migliore qualità, un rinomato prodotto di artigianato italiano, tuttavia portatore di caratteristiche e qualità completamente diverse rispetto alle perle naturali.

5. Perle di Boemia

Le “perle di Boemia” sono perle d’imitazione prodotte artificialmente in Russia o in paesi dell’est dell’Europa, a seguito della lavorazione di protuberanze di madreperla che vengono tagliate e lucidate accuratamente: la loro lucentezza, insieme alla loro forma spesso irregolare, le rende perle false facilmente inserite sul mercato al posto di quelle vere perché difficili da distinguere dalle autentiche perle coltivate, ma solo per i non addetti ai lavori.

6. Perle Roma

Le “perle Roma” sono perle d’imitazione costituite da sfere di alabastro, una roccia gessosa, che subiscono una lavorazione secondo la quale vengono immerse in bagni di sostanze iridescenti come polvere madreperlacea, scaglie di ostriche o colla di pesce.

7. Perle di Rose di Turchia

Le cosiddette “perle di Rose di Turchia” sono sferette costituite da un impasto realizzato con petali di rose della Turchia lucidato e profumato con olio di rosa. Per la loro produzione, i fiori vengono pestati, essiccati, bagnati con acqua di rose e resi compatti fino ad ottenere un composto denso capace di sprigionare una buona lucentezza e una profumazione piacevole e delicata, ma senza confronti rispetto alle autentiche perle coltivate.

Come riconoscere le perle d’imitazione?

Oltre a conoscere i nomi delle più comuni perle d’imitazione, per il corretto acquisto di perle autentiche di coltivazione, è importante saper individuare le perle false ad occhio nudo. Per fare questo, è indispensabile conoscere le caratteristiche delle perle originali e le differenze con le principali perle d’imitazione, e saper effettuare dei piccoli test alla portata di tutti. Partendo dalle specificità della superficie, della temperatura, del foro, della forma e del colore, è possibile scoprire, senza la consulenza di un gemmologo, se siamo di fronte alla naturalezza delle perle originali o all’impostura delle perle false. Scopri come riconoscere le perle d’imitazione